firme false, come a scuola

E questo, battute a parte è un fatto gravissimo

Tutto comincia così, un post su facebook che abbiamo intercettato pressochè in tempo reale

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Le accuse sono gravissime: atti parlmentari che riportano firme false di Senatori della Repubblica, denuncia presso le autorità preposte. Una gatta da pelare non da poco.

Forse troppo, infatti pochi minuti dopo il post viene sostituito con quest’altro, dai toni più pacati (benchè, scomparsa la falsificazione della firma, si contestino più o meno le stesse situazioni).

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Anche il fatto che non è la prima volta che capitano fatti del genere è ribadito. [A proposito, perchè, facendo notare che si tratta di REATI, caro Senatore (o suo staff) sono stato bannato dalla tua pagina?]

La domanda, a questo punto è lecita: chi ha falsificato/apposto indebitamente la firma? Ce lo dice lo stesso Giarrusso, rilasciando dichiarazioni ai giornali. La responsabilità è da ascrivere direttamente al capogruppo Santangelo. Purtroppo, però, “i giornali” sarebbero “l’ Espresso”, quindi Santangelo risponde a modo grillino: la colpa di tutto va ascritta al giornalista che ha riportato la notizia

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Anche perchè è tutto falso, la mozione è stata presentata senza la firma di Giarrusso.

 

Tutto finito, quindi? NO, tuttaltro. E, mentre i commentatori si accanivano contro De Benedetti, I Giornalisti in generale, e la notizia rimbalzava da una tastata all’altra, ecco che Giarrusso, su Facebook risponde a sua volta

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La Mozione è stata presentata TRE volte, la prima con la firma falsamente apposta, la seconda con un numero insufficiente di firme, la terza finalmente in regola, senza Giarrusso, e senza comunque che si sia passati in Assemblea, come previsto dalle regole grilline. E che ci sia una regola che impone che sia l’Assemblea a deliberare lo sanno bene Cioffi e Buccarella con il noto affaire del reato di clandestinità.

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Ma c’è dell’altro.

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LO STAFF è stato allertato, il post spostato (non rimosso, si badi) dal blog, mentre rimane visibile sulla pagina Facebook di Santangelo. La questione è lungi dall’essere risolta.

Attendiamo gli sviluppi, la prossima settimana se ne riparlerà. Intanto la questione della denuncia pare essere caduta nel dimenticatoio, anche se, trattandosi di reato mi sa che la non denuncia è altrettanto colpevole… Staremo a vedere.

 

PS: Articolo 485 del Codice penale

Chiunque, al fine di procurare a sé o ad altri un vantaggio o di recare ad altri un danno, forma, in tutto o in parte, una scrittura privata falsa, o altera una scrittura privata vera, è punito, qualora ne faccia uso o lasci che altri ne faccia uso, con la reclusione da sei mesi a tre anni [490].
Si considerano alterazioni anche le aggiunte falsamente apposte a una scrittura vera, dopo che questa fu definitivamente formata [491, 493bis].

#M5S:Sospesi 23 Deputati per 10 gg. Ecco la Relazione dei Questori. Versione INTEGRALE

Oggi alle 14,30  si è riunito l’Ufficio di Presidenza della Camera per esaminare gli episodi accaduti il 29 e 30 gennaio 2014.

Di cosa stiamo parlando? Dell’assalto ai banchi del Governo e della Presidenza da parte del M5S e di FdI e delle occupazioni delle Commissioni e dei Deputati che ne facevano parte portata avanti dal MoVimento.

Le sanzioni secondo “La Repubblica” risultano essere:

-10 giorni di sospensione dai lavori per i 23 deputati coinvolti.

-Per Silvia Benedetti che diede un morso ad un commesso 12 giorni.

-Ad Alessandro Di Battista, per aver impedito al Capogruppo PD Speranza di rilasciare una intervista, ulteriori 10 giorni per un totale di 20.

-Per il Deputato De Rosa che diffamò le Parlamentari PD 3 giorni di sospensione più una lettere di biasimo.

-Per il questore Dambruoso la pena massima prevista, ovvero 15 giorni.

Qui di seguito riportiamo la Relazione dei Questori Fontanelli e Fontana sugli avvenimenti del 29-30 gennaio, da questo testo sono scaturite le sanzioni. Sono 15 pagine, buona lettura!

INVITO chiunque volesse condividere il testo, per correttezza, avendo avuto estrema difficoltà a reperirlo perchè non pubblicato dai Media integralmente, per lo meno a citare la fonte. Grazie .

P.S. Un utente ha fatto notare che mancava un paragrafo,ho integrato.Mi scuso per la svista.

SUGLI EPISODI AVVENUTI NELLE GIORNATE DEL 29 E 30 GENNAIO 2013,
DEL 24 GENNAIO E DEL 4 DICEMBRE 2013

Relazione dei deputati Questori Fontanelli e Fontana

  • INTRODUZIONE

Dando seguito al mandato istruttorio conferitoci dall’Ufficio di Presidenza
nella precedente riunione, abbiamo svolto l‘istruttoria sui fatti occorsi nelle giornate
del 29 e del 30 gennaio.

In proposito riteniamo opportuno che tali episodi – che hanno interessato
prevalentemente deputati appartenenti al Gruppo MoVimento 5 Stelle – siano
esaminati anche nel contesto di precedenti comportamenti posti in essere da
deputati appartenenti a tale Gruppo; si tratta, in particolare, dell’interruzione della
votazione di fiducia per appello nominale, avvenuta durante la seduta del 24
gennaio scorso, nonché dell’occupazione dei banchi del Governo, che ha avuto
luogo nel corso della seduta del 4 dicembre 2013. Anche su tali questioni abbiamo
svolto l’istruttoria di competenza e intendiamo dunque riferirne gli esiti nella
presente riunione.

Dall’analisi complessiva degli episodi richiamati emerge, infatti, come
numerosi deputati del predetto Gruppo parlamentare abbiano adottato, da ultimo,
comportamenti che, esulando da ogni forma legittima di ostruzionismo o di
contestazione, sono stati finalizzati ad ostacolare materialmente – vale a dire
attraverso forme fisiche di impedimento – il funzionamento degli organi
parlamentari e a precludere ad altri deputati la possibilità di esercitare le proprie
funzioni.

Si tratta di un fenomeno di eccezionale gravità sul piano istituzionale che deve
essere chiaramente contrastato con la dovuta fermezza; spetterà dunque all’Ufficio
di Presidenza compiere le valutazioni conclusive sulle sanzioni da irrogare.

L’attività istruttoria – svolta sulla base di quanto risulta dai resoconti delle
sedute, dalle relazioni di servizio e dalla visione delle immagini registrate – è stata
tesa a ricostruire le dinamiche dei diversi episodi e ad individuare le responsabilità
dei singoli deputati in essi coinvolti che, per quanto concerne i fatti del 29 gennaio
scorso, hanno interessato anche deputati di un altro Gruppo parlamentare.

Preannunciamo sin d’ora che, dopo avere dato conto di ciascun episodio, è
nostra intenzione sottoporre alla valutazione dell’Ufficio di Presidenza una ipotesi di
classificazione degli stessi secondo quello che ci è apparso il loro diverso grado di
rilevanza disciplinare, distinguendo tra le seguenti fattispecie:

A. Comportamenti volti ad impedire il funzionamento degli organi
parlamentari e l’esercizio del diritto di voto da parte di deputati;
B. Comportamenti che hanno determinato una grave turbativa dei lavori
parlamentari e comportamenti consistiti nel passaggio alle vie di fatto;

1. DESCRIZIONE DEGLI EPISODI

  1.  Fatti accaduti durante la seduta dell’Assemblea del 29 gennaio 2014, durante la votazione finale sul decreto-legge Imu-Banca d’Italia.

Nella seduta pomeridiana dell’Assemblea del 29 gennaio 2014, alle ore 19,50
circa, la Presidente della Camera comunicava che – a seguito degli esiti della
riunione della Conferenza dei Presidenti di Gruppo, non risultando possibile
convertire nei termini previsti dalla Costituzione il decreto-legge n. 133 del 2013,
che sarebbe venuto a scadenza nella medesima giornata – si vedeva costretta a
procedere direttamente al voto finale, per assicurare che la deliberazione
dell’Assemblea sul decreto-legge avvenisse nei termini costituzionali.

Al momento dell’indizione della votazione, come risulta dal resoconto
stenografico nonché dalle riprese audio-video, si levavano vive proteste da parte
dei deputati del Gruppo MoVimento 5 Stelle. Ad un cenno del deputato Cecconi
numerosi deputati del medesimo Gruppo, alcuni dei quali indossando bavagli, si
precipitavano verso i banchi del Governo e della Presidenza, allo scopo di
contestare la votazione. I primi a giungere a ridosso dei banchi del Governo e ad
occuparli, eludendo gli assistenti parlamentari, erano i deputati Della Valle – che il
Questore Dambruoso aveva provato a trattenere e che si sedeva ai banchi del
Governo – e Paolo Nicolò Romano, che balzava sopra i banchi del Governo e vi si
sedeva.

Riuscivano a raggiungere i banchi del Governo e a sedervisi, nonostante il
blocco degli assistenti parlamentari, i deputati AlbertiVillarosaCarinelliSimone
ValenteBenedetti, Liuzzi. Il deputato Battelli si sedeva sopra i banchi, mentre il
deputato De Rosa saliva sopra il banco dei Sottosegretari e vi si inginocchiava nel
tentativo di porsi in piedi.

Tentavano di raggiungere i banchi del Governo o di salirvi sopra, ma venivano
a ciò impediti dagli assistenti parlamentari, i seguenti deputati: ParentelaCrippa,
CecconiPescoCominardiVignaroliFerraresi, ManteroBaroniLuigi Gallo e
Lupo.

Il deputato Artini sostava imbavagliato nel corridoio tra il banco della
Presidenza e quello del Governo.

Il deputato Cecconi, come risulta dalle riprese audio video, tentava di entrare
tra i banchi del Governo e veniva in un primo momento fermato; successivamente si
poneva sotto il banco della Presidenza e, subito dopo la chiusura della seduta,
mentre la Presidente stava per allontanarsi, lanciava un bavaglio che raggiungeva lo
scranno. Parimenti il deputato Alberti, che aveva già ripetutamente inveito nei
confronti della Presidenza, lanciava contro il banco della medesima un altro
bavaglio.

In questo contesto avevano luogo contatti fisici tra i deputati e gli assistenti
parlamentari che cercavano di trattenerli; in particolare, la deputata Benedetti
mordeva il braccio di un assistente parlamentare, che stava tentando di impedirle
di sedersi sui banchi del Governo.

Si assembravano presso i banchi del Governo e nell’emiciclo, indossando
bavagli ed esponendo cartelli anche i seguenti deputati del Gruppo MoVimento 5
Stelle: Barbanti, Basilio, Bechis, Paolo Bernini, Brescia, Brugnerotto, Busto,
Cancelleri, Cariello, Caso, Castelli, Ciprini, Colonnese, Corda, Daga, De Lorenzis,
Del Grosso, Di Battista, Di Benedetto, D’Uva, Fico, Frusone, Gallinella, Silvia
Giordano, L’Abbate, Marzana, Micillo, Nesci, Rizzo, Scagliusi, Segoni, Sibilia,
Terzoni, Tripiedi, Vacca, Vallascas e Zolezzi.

I deputati Di Battista, Tofalo e Toninelli montavano in piedi sui banchi dei
settori assegnati al Gruppo MoVimento 5 Stelle. Deputati del Gruppo esponevano
cartelli recanti le scritte: «Noallatagliola» e «Giù le mani da Banca d’Italia».

Nell’episodio erano coinvolti anche deputati del Gruppo Fratelli d’Italia; in
particolare, deputati di quest’ultimo gruppo (tra questi il deputato La Russa, che
aveva raggiunto i banchi della Presidenza) lanciavano nella direzione dei banchi del
Governo e della Presidenza monete di cioccolata. Il deputato Rampelli esponeva
dapprima un cartello recante la scritta: «Corrotti» sotto il banco della Presidenza,
successivamente saliva in piedi sui banchi del Governo esponendo la bandiera
tricolore. I deputati Corsaro, Taglialatela e Totaro esibivano cartelli recanti le
scritte: «Venduti», «Vergogna» e «Giù le mani da Bankitalia». Il deputato Maietta
sopraggiungeva ai banchi del Governo, immediatamente prima della chiusura della
seduta, mentre la deputata Meloni contestava vivacemente dall’emiciclo.

Nel contesto di gravissima turbativa dell’ordine aveva luogo l’episodio che ha
interessato il Questore Dambruoso, presente nell’emiciclo per sovrintendere alle
operazioni volte al mantenimento dell’ordine.

Al momento dell’indizione della votazione finale, come risulta dalle immagini,
il Questore si disponeva, insieme agli assistenti, davanti ai banchi del Governo per
contenere i deputati che tentavano di occuparli al fine di raggiungere il banco della
Presidenza. In tale frangente la deputata Lupo si dirigeva correndo verso i banchi
del Governo. Il Questore Dambruoso tentava di trattenerla. La deputata, impedita
nel passaggio dagli assistenti parlamentari, tentava di scavalcare il banco del
Governo, ove era seduto il Sottosegretario di Stato per l’interno Bocci, ma era
trattenuta da uno degli assistenti.

Il Questore Dambruoso, nell’intento di allontanare la deputata dal predetto
banco, protendeva il braccio destro colpendola con la mano tra il collo e il volto e
sospingendola verso l’emiciclo. Ne nasceva un diverbio, durante il quale il
Questore respingeva per due volte la deputata con le mani, mentre un assistente
parlamentare s’interponeva tra i due deputati.

Subito dopo, il Questore tratteneva il deputato Luigi Gallo, che era salito sul
banco del Governo e, con la collaborazione di un assistente, gli impediva di
sdraiarvisi e tentava di spingerlo via dal predetto banco; il deputato Gallo cadeva
in terra.

I disordini proseguivano anche dopo la chiusura della seduta. I deputati non
abbandonavano i banchi del Governo. Si levavano cori e grida nei confronti del
Governo e dei settori di sinistra dell’emiciclo. I deputati presenti in questi settori
intonavano “Bella ciao” e successivamente defluivano gradualmente dall’Aula.
Venivano, dunque, chiuse le porte d’accesso e successivamente anche i deputati
del gruppo MoVimento 5 Stelle e del gruppo Fratelli d’Italia rimasti in Aula
abbandonavano la stessa.

2. Gli episodi accaduti presso le Commissioni Affari costituzionali e Giustizia
nelle giornate del 29 e 30 gennaio 2014

  • L’interruzione della seduta del 29 gennaio 2014 della Commissione Giustizia

Nella serata del 29 gennaio, successivamente agli episodi occorsi durante la
seduta dell’Assemblea, affluivano presso l’Aula della Commissione Giustizia,
convocata per l’esame in sede referente del decreto-legge sul piano carceri,
numerosissimi deputati appartenenti al Gruppo MoVimento 5 Stelle, rendendo
estremamente difficoltoso lo svolgimento dei lavori.

Il deputato Buonafede, intervenendo sull’ordine dei lavori, chiedeva di
proseguire la seduta presso un’Aula più capiente, in modo da consentire a tutti i
deputati interessati di prendervi parte.

La Presidente Ferranti, data lettura dell’articolo 38, comma 1, del Regolamento,
in base al quale ogni deputato può partecipare, senza diritto di voto, alle sedute di
Commissione diversa da quella alla quale appartiene, ma previa comunicazione al
Presidente della Commissione stessa da parte del Gruppo di appartenenza,
sottolineava come tale comunicazione non fosse pervenuta alla Presidenza della
Commissione.

Dopo che il deputato Buonafede aveva reiterato la sua richiesta, avvertendo che
in caso di mancato accoglimento della stessa il Gruppo del MoVimento 5 Stelle ne
avrebbe tratto le “inevitabili conseguenze”, la Presidente Ferranti invitava il collega
Bonafede a spiegare a deputati del suo gruppo che non erano componenti della
Commissione Giustizia come presso tale Commissione tutti fossero soliti tenere un
comportamento civile, democratico e rispettoso. Preso atto del “persistente
atteggiamento aggressivo e irrispettoso” dei deputati del predetto Gruppo, che non
consentiva l’ordinato svolgimento dei lavori, e in attesa di completare la verifica
sull’eventuale disponibilità di altre aule più capienti, sospendeva brevemente la
seduta.

Alla ripresa la Presidente Ferranti avvertiva che non erano disponibili altre aule
e che per ragioni di sicurezza l’aula della Commissione Giustizia non poteva ospitare
tutti i deputati che avrebbero voluto partecipare ai lavori. Rinviava, quindi, il seguito
dell’esame alla mattina successiva.

In tale contesto, al termine della seduta, si svolgeva l’episodio del deputato De
Rosa (Gruppo M5S) che rivolgeva gravissime offese di natura sessista nei confronti
di alcune deputate del Gruppo PD (risulta che sette deputate abbiano presentato
una querela e che sia stato aperto, al riguardo, un fascicolo processuale).

  • L’interruzione della seduta del 30 gennaio 2014 della Commissione Giustizia

La seduta della Commissione convocata per le ore 8,30 per concludere l’esame
del decreto leggi sulle carceri – che si era interrotto nella serata precedente – veniva
rinviata per motivi di forza maggiore poiché il deputato Ferraresi, appartenente al
Gruppo MoVimento 5 Stelle, aveva preso posto nel banco della Presidenza
impedendo alla Commissione di lavorare nella propria Aula. La Presidente Ferranti
tentava di persuadere il deputato a lasciare il banco della presidenza; a fronte di
ripetuti dinieghi, la seduta era posticipata per essere convocata in altra sede. Nel
frattempo numerosi deputati del medesimo Gruppo, in numero ben superiore a
quello della corrispondente componente in Commissione, avevano raggiunto l’Aula
della Commissione chiedendo di entrarvi.

La seduta si svolgeva, dopo circa due ore presso la Nuova Aula del Palazzo dei
Gruppi.

La Presidente Ferranti, in apertura della seduta, riferiva di aver informato la
Presidenza della Camera dei fatti occorsi, “anche in considerazione del fatto che
l’impedire ad un organo parlamentare di svolgere le proprie funzioni legislative
può avere profili di rilevanza penale”.

La Presidente Ferranti, inviava una lettera alla Presidente della Camera nella
mattinata del 30 gennaio, comunicando i predetti fatti e dichiarando di ritenere «che il comportamento dei deputati del Gruppo MoVimento 5 Stelle che hanno impedito ad un organo parlamentare di svolgere le proprie funzioni, possa avere profili di rilevanza penale».

  • L’interruzione della seduta del 29 gennaio 2014 della I Commissione

Nella medesima serata del 29 gennaio, prima dell’apertura dei lavori della
Commissione Affari costituzionali, presso la Sala del Mappamondo (ore 21.30
circa) – dedicati all’esame della legge elettorale – alcuni deputati del Gruppo
Movimento 5 Stelle, nonostante il presidio degli assistenti parlamentari, occupavano
il banco di Presidenza. Si tratta dei seguenti deputati: Castelli, De Lorenzis,
Mantero, Simone Valente. Si aggiungevano, successivamente, anche i deputati:
Colonnese, Grillo e Vignaroli.

I suddetti deputati non abbandonavano il banco della Presidenza quando il
Presidente della Commissione entrava nella Sala per aprire la seduta.

Il Presidente Sisto, seduto in un banco diverso dalla Presidenza, esperiva un
infruttuoso tentativo di mediazione volto a consentire lo svolgimento della seduta
medesima. La stessa, tuttavia, veniva rinviata al giorno successivo.

Nella serata del 29 il Presidente Sisto indirizzava alla Presidente della Camera
una lettera per comunicare che «la seduta della Commissione Affari
costituzionali convocata alle ore 21.30 nella Sala del Mappamondo … non ha
potuto avere luogo perché l’aula è stata occupata da deputati del gruppo
MoVimento 5 Stelle, che, tra l’altro prendendo posto al banco della presidenza,
hanno impedito alla Commissione di lavorare». Il Presidente Sisto aggiungeva
inoltre che «avendo i deputati Toninelli e Nuti dichiarato che il loro gruppo non
avrebbe consentito lo svolgimento della seduta neppure nella giornata
successiva», aveva proceduto alla convocazione dell’Ufficio di Presidenza,
integrato dai rappresentanti dei Gruppi, per le determinazioni conseguenti.

  • L’interruzione della seduta del 30 gennaio 2014 della Commissione Affari
    costituzionali

All’inizio della seduta della I Commissione, quasi in contemporanea con
l’apertura della votazione sul conferimento del mandato al relatore a riferire In
Assemblea sul testo unificato in materia elettorale – nonostante il presidio degli
assistenti parlamentari presenti su richiesta del Presidente della Commissione al fine
di consentire l’ordinato svolgimento dei lavori – un gruppo di deputati del Gruppo
MoVimento 5 Stelle si avvicinava in fretta al banco della Presidenza nell’intento di
impedire la prosecuzione dei lavori.

Contestualmente, mentre il Presidente Sisto ultimava le operazioni di voto e
chiudeva la seduta, alcuni deputati del Gruppo MoVimento 5 Stelle tentavano di
sedersi sul banco della presidenza, protestando ad alta voce.

Si tratta dei seguenti: Alberti, Della Valle, De Lorenzis, Di Battista, Sorial,
Simone Valente. Il deputato Sorial afferrava il microfono del Presidente mettendolo
fuori uso. Lo stesso parlamentare, qualche istante più tardi, aveva un acceso
diverbio con il deputato Fiano (PD) che richiedeva l’intervento di alcuni assistenti.

Al termine della seduta, i deputati del Gruppo MoVimento 5 Stelle Carinelli,
Castelli, Cecconi, Cominardi e Nesci tentavano di ostruire la porta dell’Aula della I
Commissione nel tentativo di impedire al Presidente Sisto e agli altri componenti di
lasciare l’aula stessa.

Nella stessa giornata, i deputati della I Commissione Dorina Bianchi e Antonio
Leone (NCD) scrivevano alla Presidente della Camera per denunciare che
l’assembramento che i parlamentari del MoVimento 5 Stelle avevano messo in
atto all’ingresso dell’aula della Commissione aveva impedito loro di partecipare
ai lavori ed “esprimere le indicazioni e le posizioni del nostro gruppo
parlamentare” su un tema “particolarmente importante”, quale la riforma della
legge elettorale. Nel far presente come l’accaduto avesse leso i diritti e i doveri
di parlamentari della Repubblica, invocavano “interventi e atti concreti a tutela
del libero e democratico svolgimento dell’attività parlamentare”.

Il Presidente del Gruppo parlamentare LNA, Giancarlo Giorgetti, con lettera in
pari data stigmatizzava la gestione dei lavori in I Commissione, sottolineando che
la votazione era avvenuta senza garantire ai commissari la possibilità di
esprimersi in dichiarazioni di voto e, in alcuni casi, di votare. Lamentava, inoltre,
che il deputato Invernizzi – che interveniva in tal senso anche nel corso della
seduta dell’Assemblea del 30 gennaio – non aveva potuto accedere all’Aula della
Commissione per votare, perché fisicamente impedito e che il deputato
Bragantini non aveva potuto preannunciare l’intenzione di presentare una
relazione di minoranza.

3.  L’episodio che ha interessato i deputati Speranza e Di Battista.

Nella giornata del 30 gennaio presso la Sala Stampa aveva luogo un diverbio
tra il deputato Speranza, presidente del Gruppo Partito democratico, che vi si era
recato per rilasciare dichiarazioni alla stampa, e il deputato Di Battista – ivi recatosi
insieme alla deputata Giulia Sarti, entrambi del Gruppo MoVimento 5 Stelle – che
gli impediva, di fatto, di rendere l’intervista.

Il deputato Speranza si vedeva quindi costretto a lasciare la Sala Stampa.

Al riguardo l’Associazione Stampa parlamentare ha reso il seguente
comunicato che si ritiene utile riportare: “Questa mattina alla Camera, due
deputati del M5S, Alessandro Di Battista e Giulia Sarti, hanno impedito ai
giornalisti e ai cameramen regolarmente accreditati di intervistare – in sala stampa
– il capogruppo del PD, Roberto Speranza. L’Associazione stampa parlamentare
ritiene questo comportamento gravissimo, lesivo delle più elementari forme di
rispetto dei ruoli e del lavoro della stessa libertà di informazione che – vogliamo
ricordarlo – garantisce tutti i gruppi parlamentari, M5S compreso”.

* * *

Come accennato in premessa, si ritiene opportuno riferire all’ufficio di
presidenza anche dei fatti che hanno avuto luogo nella seduta del 24 gennaio
2014, in occasione della votazione sulla questione di fiducia posta dal Governo sul
testo del decreto-legge Imu-Banca d’Italia, nonché dell’episodio occorso nella
seduta del 4 dicembre 2013.

4.   Fatti accaduti nella seduta dell’Assemblea del 24 gennaio 2014 Interruzione
della votazione per appello nominale

Nel corso della seduta dell’Assemblea del 24 gennaio 2014, durante lo
svolgimento della votazione per appello nominale sulla questione di fiducia sul
richiamato decreto-legge n. 133 del 2013 (IMU-Banca d’Italia), al momento della
chiama della deputata Valeria Valente, il deputato Simone Valente (Gruppo M5S),
dopo aver espresso il voto, esponeva un cartello sotto al banco della Presidenza
recante la scritta “Giù le mani dalla Banca d’Italia” mentre il deputato Gallinella
(Gruppo M5S), esponendo un identico cartello, si poneva al lato sinistro del
corridoio sottostante la Presidenza (corridoio della votazione) impedendovi l’accesso.
Nel frattempo anche i deputati Baroni e Sorial (Gruppo M5S), situati al centro
dell’emiciclo, esponevano altri cartelli.

Contemporaneamente, numerosi deputati appartenenti al Gruppo MoVimento
5 Stelle si assembravano presso il lato sinistro dei banchi del Governo, sedendosi a
terra e impedendo agli altri deputati l’accesso al corridoio della votazione. Come
risulta dalla relazione degli assistenti parlamentari e dalle videoriprese, si tratta dei
deputati Barbanti, Basilio, Battelli, Benedetti, Brugnerotto, Carinelli, Caso, Castelli,
Colonnese, Dell’Orco, De Lorenzis, Frusone, Silvia Giordano, Liuzzi, Lorefice,
Mantero, Pesco, Spadoni, Terzoni, Vignaroli. Successivamente anche i deputati
Baroni e Sorial si univano ai colleghi seduti a terra. La deputata Terzoni esponeva un
cartello.

Anche presso il settore assegnato al Gruppo MoVimento 5 Stelle, come risulta
dalle riprese audio-video, venivano esposti numerosi cartelli (recanti le scritte:
“S.O.S. Bankitalia” e “Giù le mani dalla Banca d’Italia) da parte di deputati
appartenenti a tale Gruppo.

Il Vicepresidente di turno Di Maio invitava il deputato Simone Valente a
rimuovere il cartello e, dopo aver chiesto l’intervento degli assistenti, richiamava
all’ordine il predetto deputato. Invitava quindi i deputati a rimuovere i cartelli e ad
alzarsi da terra. Richiamava dunque all’ordine i deputati Sorial e Simone Valente
(quest’ultimo per la seconda volta). Invitava nuovamente i colleghi ad alzarsi, per
poter proseguire la votazione, e a rimuovere i cartelli.

Perdurando la situazione descritta, il Vicepresidente di turno richiamava
all’ordine i deputati Vignaroli, Brugnerotto e Gallinella e, dopo aver inviato
quest’ultimo ad allontanarsi dal corridoio della votazione, lo escludeva dall’Aula.
Richiamava quindi all’ordine per la seconda volta il deputato Brugnerotto ed
escludeva dall’Aula il deputato Vignaroli, continuando ad invitare gli altri deputati
ad alzarsi da terra. Nel frattempo deputati del Gruppo MoVimento 5 Stelle
scandivano la parola: «Pubblica! ».

Nell’intento di consentire il proseguimento dei lavori, il Vicepresidente Di Maio
chiamava il deputato Pesco e richiamava all’ordine il deputato Alberti; invitava il
deputato Luigi Gallo a rimuovere un cartello; escludeva quindi dall’Aula i deputati
Baroni, Simone Valente, Pesco, Brugnerotto e Terzoni, mentre dai banchi del
Gruppo del MoVimento 5 Stelle si continuava a scandire: «Pubblica!».

Il Vicepresidente Di Maio invitava, in fine, il deputato D’Incà a far tenere al suo
Gruppo un comportamento dignitoso. Quindi, dopo aver richiamato il deputato
Cristian Iannuzzi, sospendeva la seduta.
La seduta, sospesa alle 12,05, riprendeva alle 12,10.

Alla ripresa il Vicepresidente Di Maio invitava ad allontanarsi i deputati Terzoni,
Brugnerotto, Vignaroli, che non avevano ancora ottemperato all’invito ad uscire
dall’Aula, essendo gli stessi stati espulsi prima della sospensione della seduta.
Richiamava ulteriormente il deputato Frusone. Il deputato Cristian Iannuzzi
esponeva un cartello recante la scritta: «S.O.S. Bankitalia» e il Vicepresidente lo
escludeva dall’Aula. Invitava successivamente il deputato Cominardi ad abbassare il
cartello che esponeva.
Si riprendeva quindi la chiama.

***

Dopo la proclamazione del risultato, il deputato Rosato (PD), intervenendo
sull’ordine dei lavori, segnalava come la votazione fosse stata caratterizzata da
episodi “mai accaduti in quest’Aula, con il tentativo da parte di un gruppo
parlamentare, al di là della legittima posizione politica di dissenso, di tentare di
impedire la votazione da parte dei colleghi”. Chiedeva quindi che l‘Ufficio di
Presidenza si facesse carico di “prendere provvedimenti molto severi ed
esemplari”, ritenendo inaccettabile quanto accaduto, segno, a suo avviso, di una
cattiva interpretazione del diritto di opposizione, in quanto volto a impedire lo
svolgimento di una votazione, peraltro importante come quella del voto di fiducia.

Il Presidente di turno assicurava che l’Ufficio di Presidenza sarebbe stato
interessato dell’accaduto.

5. Fatti accaduti nel corso della seduta dell’Assemblea del 4 dicembre 2013 –
occupazione dei banchi del Governo

Nella seduta dell’Assemblea del 4 dicembre 2013, nel corso dell’esame delle
questioni pregiudiziali riferite al disegno di legge di ratifica dell’accordo relativo al
progetto «Trans Adriatic Pipeline», alcuni deputati appartenenti al Gruppo
MoVimento 5 Stelle – che contestava la possibilità di procedere all’esame del
predetto disegno di legge nel corso della sessione di bilancio – lasciavano i loro posti
e scendevano verso il centro dell’emiciclo raggiungendo i banchi del Governo.

In un primo momento, come si evince dalle immagini registrate, il deputato Di
Battista prendeva posto nei banchi del Governo, mentre i deputati Nesci e Sibilia
rimanevano in piedi tra i banchi del Governo. Successivamente, si avvicinavano ai
banchi del Governo altri deputati del medesimo Gruppo e si sedevano nei posti dei
predetti banchi i seguenti deputati: Artini; Della Valle; Manlio Di Stefano;
Gallinella; Lupo; Nesci; Parentela; Petraroli; Scagliusi. Si sedevano, invece, sopra i
banchi del Governo i deputati: Benedetti; Busto e Di Battista;

Rimanevano in piedi tra i banchi del Governo i seguenti deputati: Agostinelli;
Alberti; Basilio; Bonafede; Cariello; Carinelli; Chimienti; Cominardi; Dell’Orco; Di
Benedetto; Frusone; L’Abbate; Pesco; Rizzo; Sarti; Sibilia; Terzoni.

La Presidente di turno Sereni, dopo aver richiamato il deputato Di Battista
ingiungendo di “abbandonare i banchi del Governo” e aver chiesto l’intervento degli
assistenti parlamentari per riportare ordine nell’Aula, richiamava nominativamente i
deputati Sibilia, Di Battista (per la seconda volta), Artini, Gallinella, Della Valle,
Manlio Di Stefano, Bonafede, Parentela.

Non essendo accolti i suoi inviti, la Presidente sospendeva la seduta.

All’inizio della seduta successiva, il 5 dicembre 2013, numerosi deputati
intervenendo sul processo verbale dichiaravano di aver partecipato all’iniziativa di
occupazione dei banchi del Governo.
In tal senso intervenivano, in particolare, i deputati: Bonafede, Artini, Manlio
Di Stefano, Della Valle, Pesco, Frusone, Petraroli, Nesci, Dell’Orco, Di Benedetto,
Alberti, Agostinelli, Barbanti, Ruocco e Cancelleri; dalle immagini registrate dalle
telecamere di sicurezza non risulta che questi ultimi 3 deputati abbiano
effettivamente occupato i banchi del Governo ma che siano scesi dal loro settore,
sostando in prossimità degli stessi.

  • VALUTAZIONI CONCLUSIVE

Come si è detto, i diversi episodi esaminati debbono essere valutati sotto il
profilo disciplinare, tenendo presente che le sanzioni previste dall’articolo 60 del
Regolamento sono la censura con interdizione di partecipare ai lavori parlamentari
per un periodo da 2 a 15 giorni. Al riguardo appare opportuno distinguere tra le
seguenti fattispecie:

A. COMPORTAMENTI VOLTI AD IMPEDIRE IL FUNZIONAMENTO DEGLI ORGANI PARLAMENTARI E L’ESERCIZIO DEL DIRITTO DA VOTO DA PARTE DEI DEPUTATI

Nella prima categoria sono da ricondurre, a nostro avviso, i seguenti episodi:

1. Comportamenti finalizzati a interrompere e a impedire sedute di
Commissioni

Si tratta dei fatti relativi alle sedute delle Commissioni Affari costituzionali e
Giustizia della sera del 29 gennaio e della mattina del 30 gennaio.
Deputati coinvolti: 12
Si tratta dei seguenti: Alberti, Castelli, Colonnese, De Lorenzis, Della Valle, Di
Battista, Ferraresi, Grillo, Mantero, Sorial, Simone Valente, Vignaroli.
Vi è poi da valutare il comportamento, di particolare gravità, tenuto in questo
frangente dal deputato De Rosa nei confronti di deputate del Gruppo PD.

2. Interruzione della votazione per appello nominale sulla questione di fiducia
sul testo del decreto-legge IMU-Banca d’Italia (seduta del 24 gennaio 2014),
mediante impedimento fisico dell’accesso al corridoio della votazione,
sottostante il banco della Presidenza.
Deputati coinvolti: 23:
Si tratta dei seguenti: Barbanti, Baroni, Basilio, Battelli, Benedetti,
Brugnerotto, Carinelli, Caso, Castelli, Colonnese, Dell’Orco, De Lorenzis,
Frusone, Gallinella, Silvia Giordano, Liuzzi, Lorefice, Mantero, Pesco, Spadoni,
Sorial, Terzoni e Vignaroli.

I deputati Brugnerotto, Terzoni e Vignaroli, espulsi dal Presidente di turno,
non hanno ottemperato all’ordine di allontanarsi dall’Aula.

* * *

Si tratta, come già detto in premessa, di comportamenti di estrema gravità, che
non conoscono precedenti per le modalità del loro svolgimento.

Mai prima d’ora, infatti, erano stati messi in atto da parte di un gruppo così
numeroso di deputati comportamenti volti a impedire fisicamente l’espressione del
voto da parte degli altri deputati o la partecipazione ai lavori di un organo
parlamentare.

B. COMPORTAMENTI CHE HANNO DETERMINATO UNA GRAVE TURBATIVA DEI LAVORI PARLAMENTARI, ANCHE DANDO LUOGO A DISORDINI E PASSAGGIO ALLE VIE DI FATTO

1. Tentativo di raggiungere il banco della Presidenza per contestare la votazione, con occupazione dei banchi del Governo; disordini nell’emiciclo; seduta del 29 gennaio 2014

Alla luce della ricostruzione dei fatti occorsi nella seduta del 29 gennaio,
debbono essere esaminati anche i comportamenti tenuti dai seguenti 22 deputati,
che tentavano di raggiungere la Presidenza per contestare la votazione, occupando
o tentando di occupare i banchi del Governo:

  • Alberti, Artini, Baroni, Battelli, Carinelli, Cecconi, Cominardi, Crippa, Della
    Valle, De Rosa, Ferraresi, Luigi Gallo, Liuzzi, Lupo, Mantero, Parentela,
    Pesco, Paolo Nicolò Romano, Simone Valente, Vignaroli e Villarosa.
  • Vi è poi la posizione della deputata Benedetti che, prima di guadagnare i
    banchi del Governo, mordeva sul braccio un assistente parlamentare.

Egualmente sono da valutare i comportamenti tenuti dai seguenti 37 deputati
che, in quel contesto, si assembravano presso i banchi del Governo e nell’emiciclo,
indossando bavagli ed esponendo cartelli:

  • Barbanti, Basilio, Bechis, Paolo Bernini, Brescia, Brugnerotto, Busto,
    Cancelleri, Cariello, Caso, Castelli, Ciprini, Colonnese, Corda, Daga, De
    Lorenzis, Del Grosso, Di Battista, Di Benedetto, D’Uva, Fico, Frusone,
    Gallinella, Silvia Giordano, L’Abbate, Marzana, Micillo, Nesci, Rizzo,
    Scagliusi, Segoni, Sibilia, Terzoni, Tripiedi, Vacca, Vallascas e Zolezzi.

Al novero di questi deputati, appartenenti al Gruppo MoVimento 5 Stelle,
va aggiunto il deputato Rampelli (Fratelli d’Italia) che si poneva sui banchi del
Governo sventolando una bandiera.

Vi è poi da valutare la posizione del Questore Dambruoso, il cui
comportamento è risultato evidentemente estraneo alle funzioni da questi
ricoperte.

Riteniamo, in fine, di eccezionale gravità il comportamento tenuto dal
deputato Di Battista nei confronti del Presidente Speranza e suscettibile di essere
valutato ai sensi del comma 4 dell’articolo 60 del Regolamento.

2. Occupazione dei banchi del Governo, seduta del 4 dicembre 2013

Anche l’episodio dell’occupazione dei banchi del Governo – un settore
dell’Aula riservato ai membri dell’Esecutivo la cui partecipazione ai lavori della
Camera è elemento essenziale del sistema parlamentare – avvenuto nel corso della
seduta del 4 dicembre 2013 da parte di numerosi deputati rappresenta un fatto di
particolare gravità, anche in considerazione della turbativa che esso ha determinato
sull’ordinato svolgimento dei lavori dell’Assemblea.
Si ritiene, pertanto, che debbano essere valutati i comportamenti tenuti dai
seguenti deputati (29):

  • Benedetti; Busto; Di Battista; Artini; Della Valle; Di Stefano Manlio;
    Gallinella; Lupo; Nesci; Parentela; Petraroli; Scagliusi; Agostinelli;
    Alberti; Basilio; Bonafede; Cariello; Carinelli; Chimienti; Cominardi;
    Dell’Orco; Di Benedetto; Frusone; L’Abbate; Pesco; Rizzo; Sarti;
    Sibilia e Terzoni.

Almeno parlatevi….

ATTENZIONE CITTADINI – Poco fa è stata approvata una legge. E’ la prima volta nella storia d’Italia. CAMBIA TUTTO.

 

Guardate che legge hanno votato: http://bit.ly/%5Bnon mi cliccare, che il link è farlocco]

Ed è merito nostro!

E la madonna, che sarà successo tutto d’un tratto per giustificare questa enfasi? Clicco e scopro che

 

Salvatore è un cittadino, e vive in una delle terre più disgraziate del Paese: quella Terra dei Fuochi tristemente famosa per i disastri ambientali, per gli sversamenti tossici raccontati dal pentito Carmine Schiavone che il MoVimento 5 Stelle ha contribuito a portare alla luce. Salvatore Micillo è in Parlamento: portavoce alla Camera con il M5S. Non si è neppure accorto di avere una “poltrona“, ha continuato a combattere a testa bassa per mesi per quello in cui ha sempre creduto. Mercoledì, alla Camera, è stata approvata una legge a sua firma, con il contributo e il voto delle altre forze politiche con le quali il M5S ha dialogato, collaborato, si è impegnato. Dopo vent’anni di battaglie, l’Italia ha finalmente una legge contro i reati ambientali. Non è perfetta, lo sappiamo, ma è un passo avanti che resterà nella Storia. Vogliamo dire grazie a Salvatore e a tutti gli altri che da vent’anni combattono senza paura nella Terra dei Fuochi. Avete vinto per tutti.

E penso a dove ho sentito quel nome. A già ieri, durante tutto il casino che ben conosciamo, mi ero ripromesso di parlarne con un lettore che ci ha fatto sapere la cosa in anteprima.

Ne avremmo comunque parlato, ma ci da una mano a sbugiardare Salvatore niente popo’ di meno che la sua collega Liuzzi che  (quando non è impwegnata a voler abolire l’articolo 67 della Costituzione precisa quanto segue:

Ieri in aula alla Camera, abbiamo approvato una proposta di legge attesa da 20 anni per inserire nel codice penale un nuovo titolo VI-bis, dedicato ai delitti contro l’ambiente.
La proposta di legge a prima firma di Salvatore Micillo che ora dovrà essere approvata al Senato, è stata abbinata a quella di Pellegrino, Realacci (alla faccia di chi ancora crede ancora che il M5S non dialoghi o non voti le proposte di buon senso delle altre forze politiche).

Qunindi, capiamoci, SOLO GRAZIE AL M5S 3 proposte di legge sullo stesso argomento sono state unificate in un unico testo…. SOLO GRAZIE AL M5S è stata approvata una legge che NON CAMBIA NIENTE perchè dovrà ancora essere letta in Senato e da esso potrà venirne stravolta.

Per una volta mi voglio fidare di un Parlamentare del m5s (Liuzzi) facendo mie le sue parole, anche se le uso per dimostrare che un prlamentare grillino (micilo) è un cazzaro.

La sintesi, per amore di realta: Ieri tre testi sono stati unificati, forse (non ho verificato, ma dati i presupposti è quasi superfluo) il testo unificato licenziato dalla Camera, poi dovrà andare al Senato e, salvo modifiche venir firmato da Napolitano pr la promulga, e pubblicato in GU. Solo allora sarà legge, e solo dopo i decreti attuativi sarà esecutiva al 100%

Leggermente diverso da Il M5S fa approvare la prima legge sui reati ambientali in Italia, titolo del post. La legge non è approvata, non c’è merito esclusivo grillino, siamo di fronte alla solita esagerazione, ma la propaganda non è mai sussurrata. Altrimenti ci si renderebbe conto che non è verità.